Quattro parole con Sara

Intervista semiseria a Sara, in occasione del ferragosto

Che mi racconti, Sara, delle tue Quatro fiole da maridare? Come si stanno comportando?

“Ah, direi bene! Dopo le due recite iniziali, in primavera, abbiamo una serie di appuntamenti estivi, autunnali e anche invernali. Le quatro fiole sono piene di “morbin” e di fantasia, la loro madre, Isabella, cerca di tenerle a freno, la nonna Ersilia è più furba che santa e la zia Lucrezia...beh, farà andare in paradiso la cognata, a furia di ave marie! In quanto al padre, il conte Ottavio, si sa come va il mondo; è sempre in giro e la famiglia la mandano avanti le donne! Tutte le interpreti hanno dimostrato di essere entrate nel loro personaggio, con risultati piacevoli per tutti, per noi e per il pubblico, che si è divertito.”

Ma nella Compagnia delle Donne pensi che potrai, in futuro, far recitare anche qualche uomo?

“Lo escludo. Ho già dato. Tutte donne va benissimo e, in fin dei conti, non fanno altro che parlare di uomini. Anche se non li si vede sul palco, la loro presenza è ugualmente abbastanza ingombrante.”

Hai già scritto dodici commedie, una decina tradizionali e un paio per sole donne. Qual è la differenza, nella scrittura, tra le prime e queste ultime?

“In realtà anche La Sagra de Sant’Anna era stata scritta per una compagnia tradizionale, che poi si è inaspettatamente sciolta. L’ho ripensata e riscritta dopo essere riuscita a coinvolgere un gruppo di donne piene di entusiasmo, disposte a recitare in una compagnia tutta al femminile. E’ stata una bella sfida, ma l’abbiamo vinta alla grande. Predisporre un testo teatrale per sole donne è più complesso, perchè, visto che la vita reale prevede uomini e donne, bisogna inventarsi delle situazioni che permettano di far procedere la commedia in modo credibile, senza far sentire la mancanza di padri, mariti, morosi, spasimanti e via dicendo.”

Hai mai pensato di mettere in scena un testo scritto da altri?

“La mia prima commedia, El concorso de belesa, circa quindici anni fa, l’ho presa in prestito da Giorgio Golin (La bela Nina), previo suo consenso e che ha assistito alla prima complimentandosi per le modifiche apportate arrivando a dire che “hanno reso più bella la mia commedia”. Tutte le altre sono farina del mio sacco, commedie legate a vicende accadute nel nostro paese, tratte dai due volumi sulla storia di Dueville. Naturalmente tutte abbondantemente condite con la fantasia.”

Sicché procederai per la tua strada, scrivendo commedie inedite?

“Certamente; mi sono posta, tanti anni fa, l’obiettivo di mantenere desta l’attenzione sulla nostra bella madrelingua, il dialetto vicentino, che un po’ alla volta sta per essere dimenticato. Infatti, per ogni commedia, alleghiamo un foglietto con i termini dialettali più significativi e la loro versione in italiano. La gente capisce e ride di gusto; anche i bambini si divertono se i grandi hanno la pazienza di tradurre le parole sconosciute. E’ un impegno che mi sono posta e che è stato molto apprezzato da Danilo Dal Maso, il compianto fondatore, autore e attore della Compagnia Astichello. Poco prima che venisse a mancare e dopo aver assistito alla rappresentazione di una mia commedia, Danilo mi ha incoraggiata a proseguire su questa strada, sia per mantenere viva la tradizione del dialetto vicentino sia per dare spazio a testi  teatrali ben radicati sul territorio.”

Cos’hai in programma, dopo le Quatro fiole da maridare?

“E’ già pronta una commedia, su commissione, questa volta. Me l’ha chiesta l’assessore alla cultura del Comune di Bressanvido. Si intitola Ghe gera ‘na volta un re, ansi … on vicerè e la prepareremo  nel 2018. Il debutto sarà a Bressanvido, in occasione della transumanza. E poi ce n’è un’altra, quasi terminata Quel bel omo alto e moro che ci darà da fare nel 2019. Insomma La Compagnia delle Donne non si annoia, è già ben proiettata in avanti.”

La vostra sede, per prove e recite, è al Dado Giallo. Ma il vero teatro di Dueville è un altro. E’ previsto un vostro spettacolo al Busnelli?

“Spero proprio di sì, magari in occasione della riapertura del teatro, dopo i lavori di sostituzione delle poltrone. In fin dei conti, parte di quelle poltrone le abbiamo pagate noi, con l’intero incasso di una nostra serata organizzata in collaborazione con l’Amministrazione Comunale”; purtroppo non siamo noi a organizzare il cartellone delle recite al Busnelli.

M.P.B.